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Scontenti
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Veneziani, Marcello <1955->

Scontenti

Marsilio, 2022

Abstract: Lo scontento è una fiamma che ci arde dentro, brucia e illumina, ci divora e ci fa vivi. Il mondo si regge su chi accetta la sorte ma cammina sulle gambe degli scontenti». «Non è la rabbia né l'odio e nemmeno il narcisismo, come invece si sente ripetere, la molla che spinge verso un atteggiamento negativo e ribelle, ma qualcosa di più profondo che li precede. Si tratta di uno stato d'animo personale ed epocale, che solo dopo muta in protesta e in rancore: la scontentezza. A lungo il potere ha puntato sulla rassegnazione, sull'accontentarsi delle persone. Poi è passato a veicolare l'insoddisfazione permanente, la voglia di essere, fare e avere altro, per asservirci tramite i consumi e renderci dipendenti. Ma la scontentezza è sfuggita di mano e si è fatta malcontento...» Scontenti non vuol dire infelici, malinconici o inquieti. Esistono trattati e una vasta letteratura sull'infelicità, mentre poco o nulla si è scritto dello scontento. Per comprendere da dove nasce e dove conduce, indagandone ragioni, forme e sbocchi, l'autore compie un viaggio nel malessere che ci corrode, ci fa sentire continuamente inappagati e così arricchisce la fabbrica dei desideri. Ne individua le radici in Occidente e in particolare in Italia, esplora i vari ambiti in cui si esprime lo scontento, analizza errori e responsabilità di quanti, spingendo a immaginare sempre nuovi altrove che sollevano da ogni responsabilità, hanno finito per ignorare la realtà, che oggi però presenta il conto. Se La Cappa affrontava l'emisfero che grava sulle nostre teste e ci opprime, qui Veneziani racconta «l'altra metà, l'emisfero in basso, nel quale viviamo noi, gli scontenti. Per capire di chi è figlia, di chi è madre la scontentezza, come coltivarla e mettere a frutto le sue energie. Lo scontento è una fiamma che ci arde dentro, brucia e illumina, ci divora e ci fa vivi. Il mondo si regge su chi accetta la sorte.

Moderators: Valentina Tosi

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LICIA TURRINI
23 posts

Ho trovato questo saggio pieno di spunti di riflessione. Il libro è ricco di citazioni di autori e filosofi che, nel passato e oggi, si sono confrontati col tema dell'infelicità. Ma ho trovato particolarmente acuta la parte dell'analisi del mondo contemporaneo. Veneziani, che ha una formazione giovanile di destra, lega l'origine della scontentezza epocale che stiamo vivendo non solo a ragioni individuali/esistenziali (presenti da quando esiste il genere umano), ma soprattutto ad un luogo (l'Occidente che sta implodendo da un punto di vista culturale/ideologico) e ad un tempo (oggi), in cui i poteri forti - economici, politici, sociali - sembrano comunque aver sottoscritto una forma di patto tacito, in cui creare un'umanità sempre insoddisfatta, incapace di canalizzare questo scontento in una dimensione collettiva. Un'analisi inclemente, esposta con una notevole ricchezza lessicale, che lascia comunque spazio ad una speranza: lo scontento è una stagione transitoria (se lo vogliamo). E' sufficiente recuperare il senso del limite e ridare impulso alle nostre facoltà intellettuali e spirituali, anestetizzate nella società tecno-nichilista in cui viviamo. Riporto qui alcune delle frasi che mi trovano perfettamente concorde: "Si muore non per un incidente, un sopruso o un'inefficienza del sistema, ma perché siamo mortali, era previsto in partenza" (pag. 159), "La via spirituale ci libera dallo scontento, tramite il passaggio di piano, l'apertura d'orizzonte, il rito e la catarsi. Ma soprattutto è capacità di distaccarsi: guardarsi dall'esterno, vedere lo scontento da fuori e dall'alto, da vicino e da lontano" (pag. 169). Un libro che fa riflettere e ... riflettere fa bene

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