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Milano : A. Mondadori, 2007
Abstract: Attorno all'assassinio di Carlo e Nello Rosselli, avvenuto il 9 giugno 1937 in una località della Normandia, per mano di una banda di filofascisti francesi, si sono avanzate le più diverse ipotesi: delinquenza comune o delitto politico? Episodio francese o complotto concepito nei palazzi romani? L'eliminazione del fondatore di 'Giustizia e Libertà' e di suo fratello, uno tra i più promettenti storici italiani, ebbe una grande eco nei giornali dell'epoca. Franzinelli, sulla base di una quantità di materiale d'archivio italiano e francese, chiarisce con precisione le dinamiche del delitto e giunge a conclusioni innovative sui rapporti intercorsi tra il gruppo di fuoco parigino della Cagoule (associazione segreta di estrema destra) e i mandanti italiani del delitto.
Moderators: Valentina Tosi
7 aprile 2024 alle 06:56
Mimmo Franzinelli è un noto studioso del fascismo e in tale contesto ha scritto numerosi saggi storici; fra questi ce n’è uno che indaga sulla morte dei fratelli Carlo e Nello Rosselli, assassinati nei pressi di Bagnoles-de-l’Orne, stazione termale della Normandia, il 9 giugno 1937 da un commando dell’Organisation Secrète d’Action Révolutionnaire Nationale, movimento dell’estrema destra francese più conosciuto con il soprannome di Cagoule. Gli omicidi furono commessi su istigazione del controspionaggio militare italiano e del Ministero degli Esteri del governo fascista. In effetti i Rosselli erano stati da sempre, soprattutto Carlo, ferventi antifascisti, più volte condannati, anche al confino, e riparati in Francia per proseguire alla luce del sole la loro attività di contrasto alla dittatura, accogliendo fra i tanti esuli italiani purtroppo anche spie che tennero costantemente al corrente del loro operato Mussolini e il ministro degli Esteri Galeazzo Ciano. Considerata la pericolosità dei due fratelli, nel nostro paese si decise di eliminarli e questo fu il frutto di una convergenza di opinioni da parte dello stesso Galeazzo Ciano, di Filippo Anfuso, titolare della Farnesina e fedelissimo a Ciano, e di Santo Emanuele, capo del controspionaggio militare. Nella questione e nella decisione di sopprimere i due fratelli intervennero anche, in posizioni di rilievo, Arturo Bocchini, capo della polizia, Michelangelo Di Stefano, capo dell’Ovra, Mario Roatta, capo del SIM e Paolo Angioi, vice di Roatta. Ad alcuni giorni dagli omicidi la polizia francese riuscì ad individuare i membri del commando, ma stranamente non procedette ad alcun fermo; fu solo nel mese di dicembre dello stesso anno che dopo approfondite indagini quasi tutti i sicari vennero arrestati, circostanza che preoccupò i mandanti tanto più che la magistratura d’Oltralpe riuscì a individuare l’implicazione del governo italiano, che fu avvertito in proposito da quello francese, senza che tuttavia ci fosse un seguito per ragioni puramente politiche con il fine di mantenere rapporti tutto sommati tranquilli fra i due paesi. Si arrivò così alla seconda guerra mondiale senza conseguenze per sicari e mandanti. Tuttavia i magistrati francesi avevano iniziato l’iter processuale nei confronti degli assassini che rincominciò a fine conflitto, ma molti degli imputati non poterono essere ascoltati, o perché morti, o perché si erano resi irreperibili, e così nel novembre del 1948 il processo si concluse, senza peraltro che ci fosse stata una anche minima contestazione per la responsabilità italiana nel delitto. Ci furono indubbiamente delle condanne, ben 27, di cui tre alla pena capitale, ma solo per i latitanti, e 11 assoluzioni, ma chi era processata era l’organizzazione di estrema destra Cagoule, imputata di numerosi reati e omicidi, fra i quali quello dei fratelli Rosselli. Sarebbe stato logico attendere un procedimento analogo in Italia e solo per i mandanti, e in effetti ci fu; tuttavia a poche settimane dall’inizio della prima udienza il generale Roatta riuscì a fuggire, il che non impedì lo svolgimento del processo che si concluse in nemmeno due mesi con le sentenze del 12 marzo 1945 che prevedevano la pena capitale per Anfuso e l’ergastolo per Roatta ed Emanuele. Le sentenze ovviamente furono impugnate, ma finita la guerra, il clima cominciò a cambiare e così il 6 marzo del 1948 finirono con l’essere annullate, trasferendo i relativi procedimenti alla Corte d’Assise di Perugia, che il 14 ottobre del 1949 assolse tutti gli imputati con una sentenza che ha dell’incredibile, vista l’inoppugnabile evidenza dei fatti. Franzinelli ricostruisce tutta la vicenda, partendo dalle origini dell’attività antifascista dei fratelli Rosselli e arrivando alla famosa sentenza di assoluzione; lo fa con competenza ed equilibrio e inoltre come al solito evidenzia le fonti, correda il tutto con note, con i profili biografici dei “cagoulards” e dei mandanti, con riproduzioni fotografiche dei documenti e con diverse illustrazioni.
Il delitto Rosselli è un saggio storico che merita senz’altro di essere letto.
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