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Frassinelli Paperback, 2004
Abstract: Campagne silenziose in mezzo alle quali le aie coloniche si disegnano come cicatrici, paludi coperte di infide nebbie, boschi fitti e scuri sui fianchi dei monti, piccoli paesi di una provincia solo apparentemente tranquilla. Sono questi gli scenari dei racconti con i quali Baldini porta il lettore ad affacciarsi sul mistero, ad incamminarsi sul sentiero della paura. Dove la città è lontana, dove si agitano fantasmi di leggende e di riti mai dimenticati, dove vecchie case rurali nascondono inquietanti segreti, dove la lenta quotidianità può trasformarsi in crimine, in incubo e in terrore...
Moderators: Valentina Tosi
15 maggio 2024 alle 08:23
Nei primi anni del dopoguerra, quando ero ancora un bimbetto, capitava che in estate, ogni tanto, andassi con i miei genitori dagli zii che abitavano in campagna per fare il fine settimana, una villeggiatura alla buona, l’evasione dalle mura cittadine per un’immersione nella natura. Mi piaceva, ma amavo soprattutto stare alla sera, dopo cena, sotto il portico con questi miei parenti e i loro vicini, persone che intessevano una conversazione che sfociava inevitabilmente nella narrazione di qualche leggenda, fatta di morti che ritornavano a vedere i vivi, di spiriti burloni che assalivano chi passava quando era buio davanti al cimitero e che spogliavano le donne, soprattutto quelle giovani. Io ascoltavo, sgranavo gli occhi e credevo a tutto quello che dicevano, al punto che a letto, nella notte, mi sembrava di udire i passi degli spettri. Eraldo Baldini, che ha pochi anni meno di me, nativo in Romagna, territorio un tempo a notevole vocazione agricola, deve aver sentito anche lui da infante o poco più storie analoghe a quelle che ascoltavo dagli zii e deve esserne rimasto impressionato al pari di me, al punto però, diventato adulto, dal prendere come spunto le leggende rurali per dare vita a una narrazione specifica, un gotico che però non è drammatico, ma comunque inquietante, perché appare ben più probabile. Come primo contatto con questo autore ho scelto una sua raccolta di racconti intitolata Gotico rurale, dodici prose in cui Baldini mette in mostra la sua indubbia creatività, pur rimanendo strettamente osservante di quelli che erano gli usi e i riti di una civiltà contadina da tempo scomparsa. Le credenze e le superstizioni sono presenti in queste righe ed erano tipiche di un certo mondo, strettamente connesso alla natura, quasi sempre benigna, ma talvolta feroce, con il cristianesimo che non riusciva a sradicare il paganesimo, ma anzi ne subiva gli influssi. Si potrebbe dire che come si invocavano i santi, per scaramanzia si evocavano anche i principi delle tenebre, i gorghi del fiume dal quale uscivano le mani di un mostro per ghermire chi stava sulle sue rive o il tuono del temporale che era la voce del diavolo in carrozza. Dodici racconti e come sempre ce ne sono di più o meno riusciti, e tralasciando questi ultimi, mi è d’obbligo fare un breve cenno a quelli che più mi sono piaciuti, come La collina dei bambini, che ha un fondamento nella Crociata dei bambini avvenuta nel lontano 1212; A lume di candela è forse il più inquietante, con una punizione, a distanza di anni, di chi avrebbe potuto salvare una persona e invece non l’ha fatto. Ma se Chi vive nel grande olmo? gioca tutto sulla superstizione con un evento che si rivelerà del tutto naturale, Foto ricordo è spiazzante nel suo orrore, nella capacità dell’autore di sovvertire la natura umana, con una candida vecchietta che si rivela un autentico mostro. E che dire di Nella nebbia, con il paesaggio caratteristico delle valli del Po, di per sé misterioso, e che diventa tenebroso con il calare delle nebbie?
Insomma, il mio consiglio è di leggere i racconti di questo libro, perché sarà un modo di trascorrere il tempo libero più che piacevolmente.
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