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Feltrinelli, 2023
Abstract: Chi ha portato la bomba esplosa in piazza Fontana? E quella in piazza della Loggia a Brescia? Quanti neofascisti erano presenti a Bologna il giorno della strage alla stazione? Quale rete di mandanti e complici ha voluto e favorito le stragi? Non a tutte queste domande è stata data risposta. C’è ancora una parte buia della storia, dicono le sentenze. Ma c’è chi, in queste tenebre, continua a cercare. Gli autori ricostruiscono i giorni e i minuti che hanno preceduto le stragi – le “stragi politiche” – e gli identikit e i nomi, alcuni mai fatti prima, di chi le ha eseguite. E l’ambiente, la trama da cui sono scaturite, che conduce dentro le casematte stragiste e cospirative, negli apparati di Stato italiani e atlantici. Nel fondo nero dell’attacco alla Repubblica, sferrato per lunghi e sanguinosi anni contro la “tigre” del cambiamento, così temuta dai reazionari di ogni tipo, contro l’innovazione sociale e politica e lo sviluppo della democrazia sotto il segno della Costituzione. Due fili incandescenti si snodano. Il filo rosso sangue delle stragi, da piazza Fontana a Bologna, e il filo nero dei colpi di Stato minacciati o tentati ma comunque incombenti. Si compone così una “verità d’insieme”, che arriva ai mandanti e ai responsabili politici della strategia eversiva, figure di assoluto rilievo istituzionale e politico – davvero i “gelidi mostri” di Nietzsche – oltre a funzionari e agenti di apparati chiave dello Stato e alla rete terroristica neofascista. Indagare, scavare nelle stragi e nelle trame, cercare la verità anche oltre le risultanze processuali significa dar conto di cosa sia davvero avvenuto in Italia in quei decenni cruciali la cui ombra si allunga fino a oggi.
Moderators: Valentina Tosi
10 novembre 2024 alle 05:14
Premetto che scrivere del periodo che vide il nostro paese preda di omicidi di esponenti politici, di giornalisti, di docenti e di stragi con vittime a priori sconosciute, non è certo facile. Si tratta di parlare dei cosiddetti anni di piombo, che vanno dal grave attentato del 12 dicembre 1969 nel centro di Milano presso la Banca Nazionale dell´Agricoltura all´orrenda strage del 2 agosto 1980 nella stazione centrale di Bologna. La difficoltà sta nel fatto che benché per molti dei gravi fatti si siano trovati e processati gli esecutori a oggi non si conosce ancora il nome dei mandanti; si mormora che per gli omicidi e le stragi di matrice fascista vi siano dietro gli Stati Uniti, d´intesa con i nostri servizi segreti, mentre è più vaga l´attribuzione per i delitti commessi da extra parlamentari di sinistra, in primis le Brigate rosse. Sembrerebbe quindi che l´Italia dell´epoca fosse diventata un terreno di scontri fra opposte fazioni? No, nulla di tutto questo, ogni colore, nero e rosso, ha mantenuto il paese in uno stato di tensione incredibile, e proprio per questo non è così remota l´idea che dietro tutti questi tragici fatti ci sia un solo burattinaio, capace, a seconda delle circostanze, di far muovere uno o l´altro terrorista.
Il libro di Bettin e Dianese, due giornalisti che nelle intenzioni intenderebbero porre fine a tante ipotesi, parlando appunto della strategia della tensione e del ricatto di una certa parte dello Stato allo Stato stesso, invece non riesce a mantenere quello che promette, proprio perché, pur portando a conoscenza circostanze e nomi non così noti afferenti atti delittuosi si ferma a quelli compiuti dagli estremisti di destra, come Ordine nuovo, senza affrontare il problema del terrorismo rosso, che ripeto potrebbe essere collegato, potrebbe avere, con divise diverse, un´unica origine e un unico mandante.
A parte questo difetto, che non è assolutamente da poco, si avverte chiaramente che il libro non è stato scritto da storici di professione; pur non mettendo in dubbio l´impegno profuso e la certezza delle fonti risente di una impostazione poco tecnica e un po´ disorganica.
In pratica finisce con il diventare una fonte di curiosità sui tanti retroscena, perdendo di vista il tema fondamentale che è cercare di dare un nome certo ai mandanti. Comprendo la difficoltà e i pericoli e non ne faccio pertanto una colpa agli autori, ma la pretesa di realizzare un saggio definitivo sulla strategia della tensione mi pare francamente velleitaria.
Comunque il libro, per quelle ulteriori notizie che vi sono riportate, può costituire motivo di interesse per essere letto.
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