Community » Forum » Recensioni
Milano : Rizzoli, 2012
Abstract: L'isola si scorge da lontano. Il mare ha il colore del verderame, la macchia tutt'intorno emana un profumo speziato, i raggi del sole, anche ora che l'estate è finita, scaldano i pochi passeggeri arrivati con la motonave .Tra loro ci sono Luisa, gambe da contadina e sguardo tenace, e Paolo, ex professore di filosofia con un peso nel cuore. Salgono su un furgone, senza smettere di fissare le onde. Quella bellezza però non li culla, li stordisce. Non sono in vacanza. Sono diretti al carcere di massima sicurezza dell'Isola: lei, oltre il vetro del parlatorio, vedrà un marito assassino, lui un figlio terrorista. Ogni volta le visite acuiscono il senso di lutto che li avvolge. E sono soli nel dolore: siamo alla fine degli anni Settanta e per loro non ci può essere pietà pubblica. Il maestrale li blocca sull'Isola dove li scorta Nitti, un agente carcerario che cela un'inaspettata verità. Dopo il loro incontro, le esistenze di Paolo e Luisa non saranno più le stesse. Con questo romanzo Francesca Melandri continua la sua ricerca tra gli interstizi della storia, raccontandoci anni che pesano anche se li vogliamo lontani, inattuali. Il suo sguardo recupera le vite dei parenti dei colpevoli, vittime a loro volta ma condannate a non essere degne di compassione. E le accompagna fino a una notte in cui i destini che sembravano scritti si prendono la loro rivincita.
Moderators: Valentina Tosi
1 dicembre 2024 alle 09:23
Più alto del mare è il primo libro che leggo di questa narratrice e sceneggiatrice romana e in tutta sincerità l´ho scelto perché mi risulta sia stato finalista al Premio Campiello e abbia vinto il Premio Rapallo Carige. Non è che mi lasci influenzare dai risultati nei concorsi letterari, ma in un periodo in cui trovo opere di autori italiani contemporanei sempre meno valide ho voluto accertarmi se gli onori tributati, almeno a mio giudizio, fossero meritati.
Il romanzo parla dell´incontro casuale di due persone, un uomo e una donna, in visita al carcere di massima sicurezza sito in un´isola che, dalle descrizioni, sembrerebbe essere l´Asinara; lui va a trovare il figlio, terrorista e pluriomicida, lei invece va dal marito, pure lui pluriomicida. Come al solito non intendo rivelare la trama, molto interessante, perché preferisco soffermarmi sulle caratteristiche del lavoro dove si parla dei famosi anni di piombo che tanto hanno sconvolto l´Italia mietendo molte vittime innocenti. La Melandri non giudica, né si sbilancia al riguardo, in quanto il fenomeno eversivo costituisce solo lo sfondo in cui si svolge la vicenda; analizza invece i comportamenti delle vittime indirette, in questo caso la donna, in quanto moglie dell´omicida e vittima lei stessa delle sue violenze, e l´uomo, il padre del sanguinario terrorista. La condanna all´ergastolo dei loro congiunti vale anche per loro, perché la loro vita ne è stata stravolta; i loro silenzi, i loro sguardi vuoti di esseri senza speranza sono un denominatore comune, vegetano ormai più che vivere, in giornate sempre uguali e sempre cupe, ma un evento imprevisto, una burrasca che impedisce al battello di trasportarli sulla terra ferma sarà un evento tanto imponderabile quanto salvifico. Costretti a pernottare in un alloggio di fortuna (non ci sono alberghi), con il conforto anche di una guardia carceraria che ha un segreto da celare, in quelle poche ore e in quelle del ritorno prima alla terra ferma e poi al continente troveranno un motivo per continuare a vivere, si svilupperà una compartecipazione, una reciproca compassione che senza essere amore è però affetto. Non anticipo la fine del romanzo, tanto più che non è come ci si può attendere e in fondo è quella giusta, più realistica, più in sintonia con gli eventi del passato che hanno lasciato un segno indelebile.
I due protagonisti Luisa e Paolo sono di quelli che non si dimenticano facilmente, come anche Nitti, l´agente di custodia, e sua moglie Maria Caterina, la dolce maestrina che attende la risposta alle domande che ha dentro.
Con una struttura solida, ben impostata, con un ritmo blando più che mai consono alla vicenda, si apprezzano anche le capacità descrittive del paesaggio, del mare, del cielo, nonché l´atmosfera, sospesa, come fuori dal tempo, quel tempo che non ha significato per chi non ha speranze. Lo stile è quanto di meglio si possa trovare per un romanzo la cui lettura mi sento di consigliare, anche perché giunti alla fine si ha netta la sensazione che non poco sia rimasto dentro di noi e perché verso i protagonisti si prova un sentimento di autentica compassione.
1030 Messaggi in 993 Discussioni di 133 utenti
Attualmente online: Ci sono 3 utenti online