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Il mulino, copyr. 2004
Abstract: Una storia dei circa cinque secoli di presenza bizantina in Italia. Lo sbarco in Sicilia nel 535 d.C. delle truppe di Costantinopoli segnò l'inizio di una guerra che portò alla riconquista di tutta la penisola allora soggetta agli Ostrogoti. Già nel 568 però, l'invasione longobarda divise la penisola in due zone d'influenza. L'Esarcato di Ravenna cadde nel 751, ponendo fine al dominio bizantino al nord, mentre la Sicilia e parte della Puglia e della Calabria restarono sotto il controllo di Bisanzio. Nel IX secolo la Sicilia fu conquistata dagli arabi, mentre in Calabria, Basilicata e Puglia i bizantini ingrandirono il regno, fino all'invasione normanna che, con la conquista di Bari nel 1071, pose fine al controllo della penisola da parte di Bisanzio.
Moderators: Valentina Tosi
12 maggio 2025 alle 10:20
La presenza dei Bizantini sul suolo italico non fu un fenomeno passeggero, ma si concretizzò dapprima in una guerra iniziata del 535 con il loro sbarco in Sicilia e poi proseguita fino all’intera conquista della penisola. Non si trattò, come noto, di una guerra fra romani (i Bizantini erano i romani d’oriente), ma fra romani e gli ostrogoti che dominavano l’Italia. Fu una guerra che vinsero, ma non certo facilmente, perché gli avversari erano tutt’altro che arrendevoli e combatterono con coraggio e determinazione per difendere il loro regno. Una volta che i Bizantini si trovarono padroni dell’intera penisola non ebbero abbastanza tempo per tirare il cosiddetto fiato, perché l’Italia si rivelava molto appetibile e non facilmente difendibile. E così pertanto all’incirca nel 569 si affacciarono sulle nostre terre i Longobardi, impadronendosi di gran parte dell’Italia settentrionale, ma ecco che da lì a poco valicarono le Alpi anche i Franchi, in qualità di alleati dell’impero di Bisanzio. Non c’era pace per le popolazioni italiche, anzi ci fu una continua serie di scontri che esasperarono i civili, vessati anche dalle scorrerie nelle campagne con predazioni per il sostentamento degli eserciti. Non vado oltre, perché non intendo di certo sostituirmi a Giorgio Ravegnani per parlare di un periodo storico di presenza bizantina che va appunto dal 535 fino al 15 aprile 1071, data in cui Bari, arrendendosi al normanno Roberto il Guiscardo, segna la scomparsa definitiva in Italia del dominio dei Romani d’oriente .
Come Ravegnani sia riuscito a condensare in sole 244 pagine quasi cinque secoli e mezzo, caratterizzati da guerre continue, da alleanze, anche strane, da tradimenti ripetuti, può sembrare a prima vista un mistero, ma la ben nota capacità di sintesi del docente, anzi ex avendo maturato la meritata quiescenza, qui si è esaltata ed è riuscita a raggiungere un livello di completezza di notizie invidiabile, tanto più che si accompagna a una gradevolezza della lettura.
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