Trovati 12 documenti.
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334 p. ; 18 cm
Abstract: Nel 66 a.C. una fosca vicenda scuote Roma: Oppianico il giovane, figlio del defunto Stazio Albio Oppianico e di Sassia, accusa Cluenzio Abito - figlio di primo letto della donna e quindi figliastro di Oppianico - di aver avvelenato il patrigno per vendicarsi di un analogo tentativo che il patrigno stesso avrebbe compiuto ai suoi danni. Si scopre così la lunga catena di delitti commessi da Oppianico il vecchio per interesse e la corruzione dei magistrati che lo avevano assolto in un precedente processo intentatogli da Cluenzio. Un'arringa magistrale, considerata un capolavoro dell'oratoria penale. Al termine del processo Cluenzio è assolto dall'accusa di veneficio. Il ritratto di una Roma marcia, dove regnano corruzione e avidità.
Milano : BUR, 2001
Abstract: Scritti nel periodo più cupo e tragico della guerra civile questi due dialoghi ciceroniani rappresentano da un lato l'appello alla solidarietà e alla lealtà, dall'altro l'aspirazione a una serena conclusione della vita che i pugnali dei sicari di Marco Antonio gli avrebbero negato. Si tratta di conversazioni immaginarie tenute da Lelio e Catone, più che veri dialoghi sono due brevi opere dedicate ad Attico, che racchiudono la quintessenza dell'umanesimo ciceroniano. Note di Emanuele Narducci.
La casa / Marco Tullio Cicerone ; introduzione, traduzione e note di Emanuele Narducci
Milano : Biblioteca Universale Rizzoli, 1998
Abstract: La celebre orazione in cui Cicerone, rientrato a Roma dall'esilio, difende il proprio operato politico, introdotta, tradotta e commentata da Emanuele Narducci. Testo latino a fronte.
Bruto / Cicerone ; introduzione, traduzione e note di Emanuele Narducci
Milano : Biblioteca universale Rizzoli, 1995
Dell'oratore / Marco Tullio Cicerone ; con un saggio introduttivo di Emanuele Narducci
Milano : Biblioteca universale Rizzoli, 1994
Abstract: Scrivendo il De oratore, nel 55 a.C., Cicerone mirava non solo a valorizzare la sua figura in un momento di eclissi politica, sotto l'incombere del potere dei triumviri, ma a definire un progetto culturale, inteso a rafforzare e mantenere il prestigio del ceto aristocratico. L'eloquenza era a Roma la disciplina dominante, connessa con la prassi politica e civile. Cicerone, che ne era autorevole esponente, ne illustra i precetti sulla traccia di un nuovo statuto. Emanuele Narducci, con la sua prefazione, guida il lettore a una approfondita comprensione dell'opera. Testo latino a fronte.
4. ed
Milano : Biblioteca universale Rizzoli, 1993
Abstract: Nell'accezione ciceroniana, gli officia sono regole di comportamento. Per condurre bene, virtuosamente, sia la vita pubblica sia quella privata. Con il De officiis, l'anno prima di morire, Cicerone si rivolge al figlio Marco e cerca di organizzare un sistema di trasmissione della memoria fra generazioni. Una specie di Etica spiegata a mio figlio, come si intitolerebbe oggi, che è poi diventata uno snodo fondamentale per la cultura latina, medievale e moderna. Nata in tempi difficili per riassumere e tramandare l'identità culturale di una comunità in un passaggio storico cruciale, nel momento di massima discontinuità dell'organizzazione statuale romana, l'opera ha trovato lettori e cultori molto in là nel tempo. Questo passaggio di consegne, elaborato nella e per la guerra civile, è stato ripreso soprattutto quando la latinità era solo un ricordo o un modello. Con modalità prescrittive, Cicerone ha trasmesso il suo munus alle generazioni successive, proponendo quello che, nella ricezione, è divenuto un paradigma per chi si proponeva di riorganizzare altri tipi di società, sui fondamenti della sapientia, della iustitia, della magnitudo animis, del decorum. Si tratta di virtù che non potevano più essere, né concettualmente né politicamente, quelle che Cicerone aveva messo a punto ma che alla sua teorizzazione si rifacevano, reinterpretandola, adattandola, in una trasmissione di valori che ha permeato la cosiddetta cultura occidentale fino ai giorni nostri.
Milano : Biblioteca universale Rizzoli, 1992
Storia del mondo romano / Howard H. Scullard ; edizione italiana a cura di Emanuele Narducci
Rizzoli, 1992
2. ed
Milano : Biblioteca Universale Rizzoli, 1989
169 p. ; 18 cm
Abstract: Testo latino a fronte. La più spiritosa e divertente fra le orazioni ciceroniane lascia affiorare un sinistro retroscena: i capi d'imputazione accumulati contro Celio vanno dalle dicerie sulla scarsa integrità di costumi all'accusa di complicità con Catilina, a più concreti sospetti di omicidio a sfondo politico. Difendendo Celio, Cicerone si sforza soprattutto di recuperare l'egemonia su una frazione della gioventù romana particolarmente esposta alle tentazioni dei piaceri e di una falsa gloria, che rischiano di precipitare nel partito della sovversione. Suo intento è mostrare come nella politica d'ordine vi sia spazio non solo per i giovani più integerrimi e morigerati: egli addita una via di ravvedimento e di 'riconversione' anche ad 'adulescentes' di taleno, che il desiderio di bruciare le tappe del 'cursus honorum' spinge abbastanza spesso a inoltrarsi sulla via della corruzione e dell'agitazione demagogica. La linea difensiva che egli adotta lascia in ombra l'insidiosissimo retroscena politico per insistere soprattutto sui rancori personali di Clodia, l'amante abbandonata da Celio, che a dire dell'avvocato sarebbe la vera e unica regista dell'attacco contro di lui. L'arma cui Cicerone ricorre contro Clodia è soprattutto quella della comicità e del ridicolo: il tono arguto e vivace che egli scelse per la propria arringa difensiva fa della Pro Caelio uno dei capolavori della sua oratoria.
2. ed
Milano : Biblioteca universale Rizzoli, 1988
2. ed
Milano : Biblioteca universale Rizzoli, 1987
Abstract: FDB catalogazione Savoia (H 28) sul dorso FDB catalogazione Savoia (H 28) sul dorso