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Trovati 188 documenti.

Demofobia
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Materiale linguistico moderno

Fusaro, Diego <1983->

Demofobia : destra e sinistra : la finta alternanza e la volontà di schiacciare il popolo / Diego Fusaro

Rizzoli, 2023

Abstract: Al governo dei Paesi occidentali si alternano partiti di destra e di sinistra, eppure nulla sembra cambiare davvero per il popolo e le sue istanze. È ciò che Diego Fusaro chiama alternanza senza alternativa, con le fazioni della vecchia politica «egualmente sussunte sotto l’ordine neoliberale». Quelli che un tempo erano schieramenti in lotta per due opposte visioni del mondo e dell’agire politico sono ormai le facce intercambiabili della stessa medaglia: l’agenda turbocapitalista. La sinistra ha abdicato al suo ruolo di strumento di emancipazione globale; e, nei fatti, la destra cosiddetta sovranista non si cura minimamente del popolo sovrano. Siamo così passati dalla democrazia – il governo del popolo, nella dialettica delle sue articolazioni – alla demofobia: la paura del popolo da parte di chi gestisce monoliticamente il potere. Oggi la «destra bluette» del denaro e la «sinistra fucsia» del costume non sono altro che le due ali dell’aquila neoliberale, parti organiche al medesimo sistema, che «si riproduce economicamente a destra, politicamente al centro e culturalmente a sinistra». Così il partito unico del capitale e della sua omogeneità bipolare egemonizza lo spazio politico, e «dall’alto vola rapacemente verso il basso, aggredendo ceti medi e classi lavoratrici, popoli e nazioni». Ci troviamo insomma dinanzi a una «rivoluzione spaziale» della filosofia politica, che impone la teorizzazione di una nuova geografia e di una rinnovata topografia, in cui l’asse interpretativo più utile e appropriato è appunto quello dell’opposizione alto-basso: tra le élite finanziarie globaliste e il popolo. Comprendere la natura profonda di tale scenario è il primo passo per riportare al centro dell’agire sociale e politico il benessere dei popoli-nazioni, la loro sovranità e identità.

Il pensiero sociologico
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Materiale linguistico moderno

Crespi, Franco <1930-> - Cerulo, Massimo <1980->

Il pensiero sociologico / Franco Crespi, Massimo Cerulo

2. ed. riveduta e ampliata

Il Mulino, 2022

Abstract: Quali elaborazioni teoriche hanno fornito un contributo insostituibile allo sviluppo della sociologia come disciplina scientifica? Su quali fondamenti concettuali si è costituito il sapere specificamente sociologico? In quest'opera vengono presentati e discussi criticamente i modelli teorici paradigmatici per l'analisi della realtà sociale. Influenzata dal positivismo di Comte da una parte e dal materialismo storico di Marx dall'altra, la teoria sociologica trova in Durkheim, Weber, Simmel e Pareto i propri classici, a cui è dedicata la prima parte del libro. Nella seconda sono illustrati i modelli contemporanei, dalla teoria funzionalista allo strutturalismo e all'interazionismo simbolico, dalla sociologia fenomenologica alle teorie dell'azione sociale e dei sistemi sociali, per concludere con i principali interpreti della società degli anni Duemila: fra gli altri, Beck, Bauman, Honneth e Rosa.

Tornare cittadini
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Materiale linguistico moderno

Feltri, Stefano <1984->

Tornare cittadini / Stefano Feltri

Einaudi, 2021

Abstract: Dopo il populismo serve una nuova idea di cittadinanza per salvare le nostre democrazie, un patto sociale che prenda sul serio le domande sollevate dall'onda sovranista ma offra risposte più eque ed efficaci. La grande ondata populista che ha portato al successo di Donald Trump, alla Brexit e al governo Cinque Stelle-Lega si è esaurita: la pandemia ha confermato in modo drammatico i limiti dei populisti al potere e la loro incapacità di mantenere le promesse. Nel pieno di una crisi ancora più grave di quella che ha originato il voto di protesta degli anni scorsi, le nostre democrazie sono di fronte a una alternativa: fare scelte radicali per ricostruire una società più giusta e dinamica, oppure consegnarsi alla nuova destra che avanza sulle macerie dell'illusione populista. È ora di smettere di essere popolo, è ora di tornare cittadini.

Dittature democratiche e democrazie dittatoriali
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Materiale linguistico moderno

Alessandroni, Emiliano

Dittature democratiche e democrazie dittatoriali : problemi storici e filosofici / Emiliano Alessandroni

Carocci, 2021

Abstract: “Democratico” era il nome del partito che negli Stati Uniti difendeva strenuamente l’istituto della schiavitù su base razziale, mentre “dispotico” veniva ritenuto il governo giacobino che in Francia abolì la schiavitù nelle colonie e varò la prima carta scritta che prevedeva l’introduzione del suffragio universale (maschile). Lungi dal costituire due universi paralleli e contrapposti, “dittatura” e “democrazia” hanno perlopiù convissuto in una serie infinita di interregni, sotto il raggio dei quali estensione e contrazione dei diritti, riconoscimento e disconoscimento si sono non solo alternati, ma prevalentemente intrecciati all’interno di processi irti di contraddizioni. Con l’ausilio di alcune categorie interpretative desunte dalla Logica di Hegel, il volume esamina eventi e teorie del mondo moderno e contemporaneo, mostrando tutta la problematicità di quella visione meccanica e non dialettica della democrazia che la tradizione liberale, nelle sue molteplici configurazioni, ha avuto la tendenza ad assumere. Soltanto attraverso questo viaggio tra le luci e le ombre degli ultimi due secoli, e dopo aver conosciuto la compresenza di pace e terrore, di umanizzazione e de-umanizzazione – ossia quei lati della storia lasciati in ombra dai riflettori dell’Occidente – la democrazia potrà cominciare a essere pensata in termini autenticamente universali.

La quarta teoria politica
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Materiale linguistico moderno

Dugin, Aleksandr Gelʹevič <1962->

La quarta teoria politica / Aleksandr Dugin ; traduzione di Camilla Scarpa ; [con una nuova prefazione dell'autore]

2. ed.

Aspis, 2020

Abstract: La Quarta Teoria Politica si può dire costituisca la principale opera teorica del filosofo e saggista Aleksandr Gel’evic Dugin, esponente di spicco del neo-eurasiatismo. Non si presenta tanto come un sistema filosofico o un’ideologia preconfezionata, quanto come un contributo alla critica contemporanea al liberalismo. In questo senso, è già diventato un classico tradotto e diffuso in più lingue. Dugin postula la sua “quarta teoria” distinguendola dalle tre principali ideologie della modernità – il liberalismo, il comunismo e il fascismo – sostenendo la necessità di un loro superamento per opporsi al neo-liberalismo egemone nella postmodernità. Egli invita a riscoprire valori come la giustizia sociale, la comunità di popolo, la libertà della persona nell’ottica di un nuovo progetto culturale. Il filosofo russo propone così la riscoperta di un nuovo soggetto politico, il concetto heideggeriano di Dasein (Esserci). Il risultato è un’opera fondamentale per chi sia interessato a forgiare nuovi strumenti teorici di lotta e resistenza.

Critica della ragione liberale
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Materiale linguistico moderno

Zhok, Andrea <1967->

Critica della ragione liberale : una filosofia della storia corrente / Andrea Zhok

Meltemi, 2020

Abstract: Il periodo storico in cui siamo collocati è informato da una visione di matrice liberale e da un indirizzo economico capitalista. Ma cosa significhi qui davvero "liberale" e quale nesso vi sia con il capitalismo è tutt'altro che ovvio. Il primo compito che questo testo si assume è dunque quello di fornire un chiarimento circa la genesi di lungo periodo della "ragione liberale" in Occidente, seguendone la maturazione dal XVII secolo al presente. Questo passo è necessario per identificare cosa conti come nucleo centrale e cosa come periferia accessoria nello sviluppo liberale. In seconda battuta il testo mira a identificare la logica di fondo che alimenta la ragione liberale, logica che nutre i processi capitalistici, ma va ben al di là di essi. Ne emerge un quadro in cui la ragione liberale non ha più bisogno di essere "rappresentata" perché ha occupato tacitamente l'intero spazio concettuale del politico. Essa gioca oramai tutte le parti in commedia, maggioranze e opposizioni, destra e sinistra, dissimulando la sistematica operazione di distorsione di senso che ha operato. Accade così che le ramificazioni della ragione liberale si siano insediate in intellettuali e movimenti che si ritengono "neutrali", o persino "anticapitalisti". E questa occupazione, pervasiva quanto inavvertita, sta alla base della percepita impossibilità di concepire alternative, e dunque dello scacco perenne in cui si agita la coscienza contemporanea.

La democrazia del sorteggio
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Materiale linguistico moderno

Urbinati, Nadia <1955-> - Vandelli, Luciano <1946-2019>

La democrazia del sorteggio / Nadia Urbinati, Luciano Vandelli

Einaudi, 2020

Abstract: La crescita recente di settori dove viene applicato il sorteggio è andata di pari passo con il declino della responsabilità politica, innanzitutto perché l'attenzione verso l'audience rende i politici timorosi di scontentare con le loro decisioni una parte della popolazione; e poi perché la democrazia elettorale, partigiana e associata alla discrezionalità di giudizio, non riscuote piú fiducia. In un contesto segnato da esigenze di contrasto alla corruzione, questo calo di fiducia investe anche i livelli professionali e amministrativi, cui vengono sottratti spazi di autonoma decisione, a favore di comportamenti vincolati o di soluzioni affidate, appunto, a sorteggi. Il declino di legittimità morale dei partiti sembra poter essere interrotto grazie al sorteggio: il caso viene accettato come condizione di imparzialità e rigenerazione della politica. È meglio la sorte o il voto, per rispondere alla crisi delle istituzioni? Può il caso restituire spessore alla responsabilità politica? Il dibattito pubblico e lo sviluppo tecnologico impongono una riflessione.

Società: per azioni
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Materiale linguistico moderno

Sala, Giuseppe <1958->

Società: per azioni / Beppe Sala

Einaudi, 2020

Abstract: Interpretando i temi che caratterizzano un’autentica visione globale, Beppe Sala propone la struttura di una nuova forma per il socialismo del XXI secolo e affronta i nodi storici che determinano la vicenda internazionale e italiana. Bisogna ragionare su una diversa idea della politica, del governo, del mondo, degli affetti e delle azioni necessarie per pensare a una società piú equa. Sala, da sindaco di una città nevralgica come Milano e da politico che crede nella missione civile e politica della sinistra, insiste sulla necessità di una connessione tra le grandi città mondiali, nella prospettiva di una utopia concreta: una comune società per azioni, basata sulle risorse infinite delle persone che vi partecipano. Non la Città-Stato, ma la Città-Mondo è il perno di un mutamento di prospettiva. Essa rappresenta in sé il mondo: chiunque vi è incluso, chiunque ha diritto di cittadinanza, purché intenda e dunque abbia la possibilità di inserirsi nella logica attiva del benessere comune.

Gli ingegneri del caos
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Materiale linguistico moderno

Da Empoli, Giuliano <1973->

Gli ingegneri del caos : teoria e tecnica dell'Internazionale populista / Giuliano da Empoli

Marsilio, 2019

Abstract: Chi sono gli ideologi del nuovo discorso politico? Con quali mezzi riescono a imporre l’agenda? In che modo stanno trasformando la natura stessa del gioco democratico? Nel mondo della Brexit, di Donald Trump e di Matteo Salvini ogni giorno porta con sé una gaffe, una polemica, un colpo di scena. Eppure, dietro le apparenze sgangherate del carnevale populista si nasconde il lavoro accanito di decine di spin doctors, di ideologi e, sempre più spesso, di scienziati ed esperti di Big Data senza i quali i nuovi leader non sarebbero arrivati al potere. Giuliano da Empoli traccia il ritratto dei personaggi che da dietro le quinte stanno reinventando le regole del gioco politico: dai fisici che hanno assicurato la vittoria della Brexit agli strateghi della nuova destra americana, fino ai comunicatori che hanno cambiato il volto dell’Europa orientale. Senza dimenticare i dottor Stranamore italiani che su questo fronte sono all’avanguardia e hanno fatto del nostro paese la Silicon Valley del populismo. Un’interpretazione inedita e brillante dell’ascesa globale dei nazional-populisti che sovverte tutti i principi, trasformando i difetti dei leader in qualità, la loro incompetenza in una prova di autenticità, le tensioni che creano a livello internazionale in dimostrazioni di indipendenza e le fake news che ne punteggiano i discorsi in manifestazioni della loro libertà di spirito.

Paradosso della bontà
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Materiale linguistico moderno

Wrangham, Richard

Paradosso della bontà : la strana relazione tra convivenza e violenza nell'evoluzione umana / Richard Wrangham ; traduzione di Francesca Pe'

Torino : Bollati Boringhieri, 2019

Nuovi saggi Bollati Boringhieri ; 60

Abstract: Richard Wrangham espone così il nucleo portante di questo suo nuovo, stimolante libro. La domanda che pone è di quelle eterne: fondamentalmente, l'uomo è buono o cattivo? Ha ragione Rousseau col suo «buon selvaggio» oppure Hobbes e il suo «homo homini lupus»? Non è una questione da poco, perché da questo dipende il ruolo delle istituzioni nella società. In altre parole: siamo originariamente buoni, e dunque sono le costrizioni sociali sbagliate a scatenare in noi la violenza? O, al contrario, siamo intrinsecamente cattivi e solo le istituzioni giuste ci inducono a convivere relativamente in pace? Da antropologo, Wrangham attacca il problema dal punto di vista dell'evoluzione e in questo libro risponde con una teoria sorprendente, accattivante, solida e molto ben documentata in anni di studi; una di quelle teorie che possono cambiare un intero campo del sapere. Anzitutto, ci informa Wrangham, «la combinazione di bene e male nell'uomo non è un prodotto della modernità». A giudicare dal comportamento dei cacciatori-raccoglitori di epoca recente e dai reperti archeologici, le persone condividono il cibo, si distribuiscono i compiti e aiutano i bisognosi da centinaia di migliaia di anni, ma le incursioni, il dominio sessuale, le torture e le esecuzioni erano all'ordine del giorno fin dal Pleistocene. Il dato, in pratica, sembra essere naturale e non culturale. La soluzione dell'enigma inizia a delinearsi distinguendo tra due tipi fondamentalmente diversi di violenza: quella «reattiva», a caldo, istintuale, e quella «proattiva», pianificata, a freddo. Noi umani siamo ben poco reattivi istintivamente, e dunque tolleranti tra di noi, molto più di altre specie, ma siamo anche in grado di pianificare freddamente guerre e atti efferati di ogni tipo. Insomma, siamo sia buoni sia cattivi, ma in ambiti differenti. La domanda era mal posta. Ma com'è possibile che si sia evoluto questo comportamento divergente? Basandosi sulla comparazione con i nostri cugini più stretti, gorilla, bonobo e scimpanzé, e sullo studio dei diversi popoli, Wrangham espone il suo «colpo d'ala», proponendo che ci siamo «autodomesticati». Proprio come il cane, così mansueto, deriva dal lupo, tanto temuto, anche noi abbiamo selezionato in noi stessi la mansuetudine, tenendo intatta però la violenza proattiva, che risponde a meccanismi biologici differenti

Popolo ma non troppo
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Materiale linguistico moderno

Meny, Yves <1943->

Popolo ma non troppo : il malinteso democratico / Yves Mèny

Il mulino, 2019

L'epidemia sovranista
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Materiale linguistico moderno

Romano, Sergio <1929->

L'epidemia sovranista : origini, fondamenti e pericoli / di Sergio Romano

Longanesi, 2019

Abstract: Nell’ultimo decennio si è assistito alla nascita di numerosi movimenti populisti confluiti tutti nella definizione di «sovranismo» e viene da chiedersi perché così tante società nazionali siano convinte di avere perduto la propria sovranità e vogliano riconquistarla. Le motivazioni e lo stile di tale rivendicazione cambiano da un Paese all’altro. I due maggiori partiti sovranisti italiani, per esempio, hanno priorità diverse e tratti diversi da quelli dei Paesi scandinavi. Il sovranismo americano, soprattutto dopo l’elezione di Donald Trump, non è quello ungherese di Viktor Orbán o quello francese di Marine Le Pen. Ma tutti rappresentano società che hanno accumulato insoddisfazione e malumore contro le formule politiche e i principi economici che sono stati per molti anni le colonne portanti della loro esistenza. Tutti hanno un nemico a cui attribuire la propria infelicità, vera o presunta. Sergio Romano indaga a fondo le origini, i rischi e le conseguenze delle nuove ondate di sovranismo. Attraverso numerosi esempi, spiega in che modo l’epidemia sia stata favorita da altri fenomeni. E offre nuovi e interessanti spunti su quelli che potrebbero essere i rimedi per curare un male che pare in inarrestabile crescita. Un punto di vista inatteso che mette in discussione l’Europa così come è stata pensata fino a oggi.

Così finisce la democrazia
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Materiale linguistico moderno

Runciman, David <1967->

Così finisce la democrazia : paradossi, presente e futuro di un'istituzione imperfetta / David Runciman ; traduzione di Francesca Pe'

Bollati Boringhieri, 2019

Abstract: Ovunque, tra i paesi democratici, sotto i colpi di crisi finanziarie ricorrenti, migrazioni incontrollate e crescita stagnante, si sta insinuando un dubbio sempre più persistente. E se il nostro sistema democratico, che ci ha portato progresso e stabilità, non fosse più la forma di governo migliore per affrontare i cambiamenti e le sfide del XXI secolo? È, oggi più che mai, una domanda fondamentale. Tanto più, visto che ad ogni voto si erode la partecipazione degli elettori e montano pulsioni centrifughe e populiste, in Europa e negli Stati Uniti. David Runciman, tra i più ascoltati studiosi di politica del mondo anglosassone, non pensa che la democrazia sia finita. Piuttosto, sostiene che stia soffrendo – questo sì – di una «crisi di mezza età». Sì, la democrazia è spesso disordinata, lenta e inefficace. Sì, gli elettori a volte scelgono governanti impresentabili o oltremisura. Sì, la democrazia in questo momento storico sembra particolarmente stanca e non gode di buona salute. Eppure, nonostante tutto, c’è ancora qualcosa di speciale in questo sistema imperfetto. Uno dei suoi grandi meriti è la capacità di autointerrogarsi sui propri limiti e di correggersi in corsa, come nessun’altra forma di governo. La democrazia come la conosciamo non cadrà, ci dice Runciman, per un colpo di Stato, né a causa della rivoluzione digitale, o in seguito a una catastrofe climatica o nucleare; paradossalmente sembra che l’aspirazione delle comunità umane sia sempre progressiva e che con il tempo vada sempre, inevitabilmente, ad assestarsi verso un sistema che oggi è dato per scontato. L’ondata populista, il trumpismo, le tentazioni illiberali, la reductio ad absurdum della politica, le risse su Twitter non saranno la fine della democrazia.

La ragione contro il potere
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Materiale linguistico moderno

Chomsky, Noam <1928-> - Bricmont, Jean <1952->

La ragione contro il potere / Noam Chomsky ; con Jean Bricmont ; traduzione di Valentina Nicolì

Ponte alle grazie, 2019

Abstract: In questo libro Chomsky espone con la massima chiarezza il suo punto di vista sul rapporto fra la politica e la ragione, intesa come ragione scientifica, ragione del senso comune, razionalità etica. La ragione è infatti lo strumento fondamentale di cui l'umanità dispone per debellare le menzogne e le oscurità del potere - che spesso si ammanta di un linguaggio tecnico e incomprensibile - e per realizzare il cambiamento politico, oltre che per far avanzare la conoscenza scientifica e filosofica. Molti punti fondamentali del pensiero chomskyano sono qui toccati: la possibile convivenza di razionalismo e ottimismo; la necessità dell'impegno volontario per migliorare le cose, nonostante ogni difficoltà (sempre ricordando i grandi risultati che nella Storia sono stati ottenuti), una scelta obbligata se non si vuole lasciar precipitare la situazione; la convinzione che l'esistenza di una «natura umana» innata, che comprende una «facoltà morale», non escluda e anzi implichi la lotta per cambiare il mondo. Ancora una volta, Chomsky è limpidissimo nell'illustrare le proprie posizioni: quelle di un intellettuale «rivoluzionario» che, come scrive l'intervistatore Jean Bricmont nella prefazione, «non ha dalla sua che l'arma della ragione; non possiede un esercito, uno Stato, la polizia o i tribunali. [...] No anche Chomsky creda ingenuamente nella forza della ragione; ma essa è tutto ciò che abbiamo».

Biologia del potere
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Materiale linguistico moderno

Vincent, Jean-Didier <1935->

Biologia del potere / Jean-Didier Vincent ; traduzione di Silvio Ferraresi

Codice, 2019

  • Non prenotabile
  • Copie totali: 1
  • In prestito: 0
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Abstract: Da dove nasce il potere, quella misteriosa facoltà che genera paura o al contrario un sentimento di adesione? È radicato nei meccanismi neurofisiologici della parte più profonda del cervello oppure è un costrutto storico e culturale? Jean-Didier Vincent, ispirandosi all'opera di Michel Foucault, traccia le coordinate di un'"archeologia del potere", spingendosi fino alle sue radici, alle molecole che governano i rapporti gerarchici tra gli animali e tra le persone: i neurotrasmettitori che regolano la gerarchia sociale, come la serotonina, o che controllano l'aggressività e la dominanza, come l'ossitocina. In un dialogo fitto tra neurobiologia, antropologia, filosofia e storia, Vincent ci regala in questo libro un affresco sulle passioni del potere.

Uno non vale uno
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Materiale linguistico moderno

Panarari, Massimiliano <1971->

Uno non vale uno : democrazia diretta e altri miti d'oggi / Massimiliano Panarari

Marsilio, 2018

Abstract: L'utopia di una società orizzontale, trasparente e senza gerarchie è tornata prepotentemente alla ribalta negli ultimi anni, complice l'impatto destabilizzante di internet sul nostro modo di comunicare e di valutare l'operato della classe dirigente. Da dove ha origine l'opinione diffusa secondo la quale, se la gente comune potesse esercitare pienamente il potere, tutto andrebbe meglio? Sappiamo davvero di cosa parliamo quando parliamo di democrazia diretta? Oppure l'uso continuo e la popolarità di cui gode questo ideale all'apparenza cristallino nascondono uno dei più grandi abbagli degli ultimi anni? Attraverso cinque espressioni chiave che richiamano altrettanti «miti d'oggi» - popolo, autenticità, tecnologia, disintermediazione, democrazia diretta -, in questa disamina della politica contemporanea Massimiliano Panarari chiarisce le radici del presunto «primato della gente» che sta scuotendo le fondamenta della nostra democrazia, e offre un'utile chiave di lettura per capire l'evoluzione della galassia populista internazionale e, soprattutto, di quella italiana, dagli esordi con la Lega all'exploit con il berlusconismo, dalle varie fasi del «turbo-renzismo» al trionfo del Movimento 5 Stelle, fino alla sintesi alchemica del governo giallo-verde.

Il nostro comune nemico
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Materiale linguistico moderno

Michéa, Jean-Claude <1950->

Il nostro comune nemico : considerazioni sulla fine dei giorni tranquilli / Jean-Claude Michéa ; traduzione di Roberto Boi

Pozza, 2018

Abstract: «Corri compagno, il vecchio mondo è dietro di te»: è la parola d’ordine del Maggio’68. Uno slogan che traduce perfettamente l’essenza stessa della sinistra progressista: l’idea che la lotta consista nel lasciarsi sempre alle spalle il vecchio mondo in quanto tale e correre incontro al nuovo. È tuttavia questa la prospettiva propria del socialismo? Abbracciare il mondo nuovo in quanto tale? Il mondo, ad esempio, che la sinistra liberale odierna ha già palesemente fatto suo, quello del riscaldamento globale, di Goldman Sachs della Silicon Valley? Jean-Claude Michéa prova a rispondere a questi interrogativi nelle pagine che seguono composte da scritti e interviste risalenti a periodi differenti. Il primo nume tutelare che alimenta il pensiero di Michéa è, naturalmente, Karl Marx, precisamente il Marx del Capitale che svela i meccanismi della società moderna per attrezzare la lotta dei lavoratori non per abbracciare il mondo nuovo, ma esattamente per combatterlo, in quanto mondo che annuncia un’alienazione e una schiavitù senza pari. Tra i numi tutelari di Michéa figurano, tra gli altri, anche l’Orwell della common decency, Marcel Mauss con la sua teoria del dono e Guy Debord con la sua critica della società dello spettacolo e della «dissoluzione di tutti i legami sociali». Numi chiamati tutti a sostenere «l’urgenza di tornare al tesoro perduto della critica socialista originaria, perché […] oggi, al tempo della globalizzazione e del liberismo trionfante, ciò che minaccia di distruggere la natura e l’umanità stessa […] è innanzitutto il continuo e dissennato perseguimento del tornaconto capitalistico». Il nostro comune nemico, da questo punto di vista, non è affatto, per Michéa, il mondo vecchio che, per dirla con l’ironia propria di Orwell, non era fatto soltanto di guerra, nazionalismo e religione, ma anche di professori di greco, poeti e cavalli, ma il nuovo ordine della libertà del profitto, quella libertà che si impone quotidianamente attraverso il discorso retorico dei media e che, come scriveva Debord, si è ormai «costretti ad amare».

La paura dei barbari
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Materiale linguistico moderno

Todorov, Tzvetan <1939-2017>

La paura dei barbari : oltre lo scontro delle civiltà / Tzvetan Todorov ; traduzione di Emanuele Lana

Garzanti, 2016

Abstract: In un mondo dagli equilibri stravolti e diviso non più tra Oriente e Occidente o tra Nord e Sud, ma tra paesi dominati dal risentimento e paesi dominati dalla paura, è necessario riprendere in mano la riflessione sulla possibile convivenza con il diverso: l'altro, che provenendo da una cultura differente finiamo per classificare semplicemente come barbaro. L'Europa, in particolare, oggi preda della paura nei confronti dell'islam, rischia di reagire in modo violento, provocando un duplice paradosso: da una parte la paura dei barbari rischia di trasformare noi stessi in barbari; dall'altra rende il nostro avversario più forte e noi più deboli. Attraverso una riflessione che ripercorre la storia della cultura europea, Tzvetan Todorov chiarisce le nozioni di barbarie e civiltà, di cultura e d'identità collettiva, per interpretare i conflitti che oppongono oggi i paesi occidentali e il resto del mondo. Una lezione magistrale di storia e di politica, una vera e propria cassetta degli attrezzi per decifrare la reale posta in gioco del nostro tempo.

Contro le elezioni
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Materiale linguistico moderno

Reybrouck, David van <1971->

Contro le elezioni : perché votare non è più democratico / David Van Reybrouck ; traduzione di Matilde Pinamonti

Feltrinelli

Serie bianca

Abstract: In tutta Europa, i cittadini votano sempre meno, sono sempre più inclini a prestare fede a retoriche populiste, non credono più nella classe politica. Che fare? In molti si sono posti questo interrogativo, ma in pochi hanno risposto con una proposta altrettanto radicale e sorprendente di quella di David van Reybrouck: abolire le elezioni, non scegliere più con il meccanismo elettorale i componenti del Parlamento. E affidarsi al sorteggio per determinare coloro i quali hanno la responsabilità di scrivere le leggi dello stato. Se ci sembra inconcepibile un simile scenario, sostiene van Reybrouck, è perché abbiamo un'idea sbagliata della funzione e dei vantaggi delle elezioni come metodo di selezione della classe dirigente. Per molti di noi, le libere elezioni a suffragio universale sono sinonimo di democrazia, e solo i regimi totalitari le hanno abolite. Ma la storia dell'affermarsi delle elezioni nei sistemi politici europei è molto meno lineare e contiene diverse sorprese. David van Reybrouck porta alla luce un dibattito sui pregi e i difetti della democrazia partecipativa che nelle università è in corso da tempo, e offre al lettore una serie incredibile di idee nuove, esperienze pratiche, tentativi concreti di nuovi modelli di governance. Ma cosa significa per una società contemporanea fare a meno delle elezioni?

Una società umana, un'umanità sociale
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Materiale linguistico moderno

Polanyi, Karl <1886-1964>

Una società umana, un'umanità sociale : scritti 1918-1963 / Karl Polanyi ; a cura di Michele Cangiani e Claus Thomasberger ; prefazione di Kari Polany Levitt

Milano : Jaca book, 2015

Abstract: Karl Polanyi è un riferimento fondamentale per comprendere la storia e i problemi attuali della nostra società. Gli scritti qui raccolti chiariscono aspetti del suo pensiero che le opere maggiori, anzitutto "La grande trasformazione", presuppongono soltanto. Si va dall'analisi della crisi epocale, che la Prima guerra mondiale rese manifesta, ai commenti sul fascismo, sulla politica internazionale, sull'Unione Sovietica, fino agli scritti sull'istruzione per adulti, attività a cui Polanyi si dedicò nella convinzione che un'opinione pubblica informata e autonoma sia un fattore essenziale della democrazia. Anche la filosofia politica ha un particolare rilievo, con materiali degli anni Venti e Trenta selezionati dai curatori presso il "Karl Polanyi Archive" di Montreal. Tali scritti rivelano una concezione della natura sociale dell'uomo e della sua libertà, elaborata mediante il confronto critico con il pensiero di Karl Marx e con l'ideale cristiano della persona e della comunità. La sopravvivenza stessa del genere umano esige, secondo Polanyi, la capacità di rinnovare le istituzioni economiche e sociali grazie a una diffusa, consapevole e responsabile partecipazione democratica.