Includi: almeno uno dei seguenti filtri
× Classe 30*
× Classe 32*
× Classe 33*
Includi: tutti i seguenti filtri
× Soggetto Italia
× Data 2012
× Editore Feltrinelli <casa editrice>
Includi: nessuno dei seguenti filtri
× Target di lettura Prescolare, età 0-5
× Target di lettura Giovani (in generale)
× Target di lettura Giovani, età 16-19
× Paese Germania
× Soggetto Condizioni socioeconomiche
× Genere Testo non letterario
× Nomi Augé, Marc <1935->
× Materiale Registrazioni musicali
× Materiale Video
× Materiale Registrazioni non musicali
× Materiale Manoscritto, lett. grigia
× Target di lettura Elementari, età 6-10
× Target di lettura Ragazzi, età 11-15

Trovati 7 documenti.

Grazie no
0 0 0
Materiale linguistico moderno

Bocca, Giorgio <1920-2011>

Grazie no : sette idee che non dobbiamo piu accettare / Giorgio Bocca

Milano : Feltrinelli, 2012

Abstract: Forse in questi anni ci siamo abituati: cose che dovrebbero farci indignare passano sotto silenzio, discorsi che non si dovrebbero sopportare diventano moneta corrente, idee come minimo discutibili vengono invece comunemente accettate. Giorgio Bocca però non si è mai arreso, e in questo pamphlet alza la voce per denunciare le scorciatoie del pensiero unico, che certo non scomparirà con un cambio di governo e a cui si deve rispondere con un sonoro e liberatorio: Grazie, no!. E se è ormai quasi un'abitudine anche l'indignazione, anche il cinico e soddisfatto luogo comune secondo cui l'Italia è ormai perduta, vittima delle sue ataviche tare e dei suoi vizi inestirpabili, Bocca ci ricorda, con l'autorità del testimone e la vividezza del grande cronista, che già altre volte (ultima la guerra partigiana, così vicina e così preziosa) l'Italia fu sul punto di soccombere, ma gli italiani hanno saputo trovare in loro stessi la forza di salvarsi.

Confiteor
0 0 0
Materiale linguistico moderno

Mucchetti, Massimo <1953-> - Geronzi, Cesare

Confiteor : potere, banche e affari : la storia mai raccontata / Massimo Mucchetti intervista Cesare Geronzi

Milano : Feltrinelli, 2012

Abstract: Il giornalista e il banchiere. Un duello fatto di domande e risposte, di ricostruzioni incrociate, retroscena confidenziali, analisi a volte contrapposte sui personaggi, i conflitti, le congiure, i denari di trent'anni della nostra storia. Dalla Banca d'Italia di Guido Carli al Banco di Napoli, dalla Cariroma a Capitalia, fino a Mediobanca e alle Generali, Cesare Geronzi è stato un protagonista assoluto della finanza italiana. Hanno fatto discutere le sue relazioni con Silvio Berlusconi, Massimo D'Alema e Antonio Fazio, le grandi operazioni bancarie culminate con la fusione del polo romano in UniCredit suggerita da Mario Draghi. E ancor più ha suscitato reazioni la sua ascesa alla presidenza dei templi della finanza del Nord. Nel dialogo serrato con Massimo Mucchetti, l'autore di Licenziare i padroni? e Il baco del Corriere, prende corpo la confessione di un banchiere non pentito. Sono innumerevoli gli episodi mai raccontati che restituiscono la trama dei grandi affari: un continuo gioco di specchi che rimanda le mutevoli immagini dei vincitori. Indicato da Ciampi in Cariroma, Geronzi prese poi il potere sponsorizzando la Lazio come chiedeva il romanista Andreotti. Si sentì domandare da Enrico Cuccia, che nei suoi ultimi giorni voleva consolidare il suo delfino Maranghi in Mediobanca: Vuol sempre bene a Vincenzino?. Ottenne da Giovanni Agnelli un soave: Ma caro Geronzi, se lei non vuole, non si fa con cui liquidare l'assalto alla Banca di Roma.

Autobiografia di una repubblica
0 0 0
Materiale linguistico moderno

Crainz, Guido <1947->

Autobiografia di una repubblica : le radici dell'Italia attuale / Guido Crainz

Milano : Feltrinelli, 2012

Abstract: Dove affonda le sue radici l'Italia di oggi? Guido Crainz cerca le risposte a questa e a altre domande non in vizi plurisecolari del paese ma nella storia concreta della Repubblica, muovendo dall'eredità del fascismo, dalla nascita della repubblica dei partiti e dagli anni della guerra fredda. L'analisi si sofferma soprattutto sulla grande trasformazione che ha inizio negli anni del miracolo e prosegue poi nei decenni successivi: con la sua forza dirompente, con le sue contraddizioni profonde, con le tensioni che innesca. In assenza di un governo reale di quella trasformazione, e nel fallimento dei progetti che tentavano di dare ad essa orientamento e regole, si delinea una mutazione antropologica destinata a durare. Essa non è scalfita dalle controtendenze pur presenti - di cui il '68 è fragile e contraddittoria espressione - e prende nuovo vigore negli anni ottanta, dopo il tunnel degli anni di piombo e il primo annuncio di una degenerazione profonda. Mutazione antropologica e crisi del Palazzo - per dirla con Pier Paolo Pasolini vengono così a fondersi: in questo quadro esplode la crisi radicale dei primi anni novanta, di cui il tumultuoso affermarsi della Lega e l'esplosione di Tangentopoli sono solo un sintomo. Iniziò in quella fase un radicale interrogarsi sulle origini e la natura della crisi, presto interrotto dalle speranze in una salvifica Seconda Repubblica: speranze destinate a lasciare presto un retrogusto amaro.

Senza chiedere il permesso
0 0 0
Materiale linguistico moderno

Zanardo, Lorella <1957->

Senza chiedere il permesso : come cambiamo la TV (e l'Italia) / Lorella Zanardo

Milano : Feltrinelli, 2012

Abstract: Il corpo delle donne è stato un fenomeno dirompente: il documentario e il libro hanno mostrato a milioni di persone quanto in Italia un certo tipo di tv fosse diventato pervasivo e nocivo, e davvero non più tollerabile. Ma dalla denuncia occorre passare all'azione e Lorella Zanardo con questo libro racconta come si può concretamente lavorare per cambiare i media. E con i media, la società. Innanzitutto i giovani: sono loro che possono inventarsi il futuro, senza chiedere il permesso alle generazioni che hanno costruito il mondo così com'è. In centinaia di incontri nelle scuole, Zanardo ha conosciuto tantissime ragazze e ragazzi, e proprio dai loro pensieri e dalle loro domande nasce la sua riflessione sul sistema dei media in Italia. Reclamando una vera e propria ecologia della mediasfera, l'autrice smonta il mito dell'audience, cerca di andare oltre la sterile diatriba sulla qualità televisiva, indaga le responsabilità, analizza le possibilità del servizio pubblico e mette al centro del gioco il cittadino spettatore. E con il percorso per il consumo attivo della tv Nuovi occhi per i media, scritto insieme a Cesare Cantù, fornisce uno strumento chiaro e accessibile per tutti coloro che non vogliono subire più il marketing televisivo, ma intendono riappropriarsi della loro capacità di comprendere, discriminare, criticare. Perché sono i cittadini consapevoli, pronti a rivendicare i propri diritti che possono cambiare la tv, i media e la società tutta.

Vivere e morire di lavoro
0 0 0
Materiale linguistico moderno

Vivere e morire di lavoro / di Daniele Segre

Milano : Feltrinelli, 2012

Abstract: Fondata sul lavoro, dice dell'Italia il primo articolo della Costituzione Repubblicana, un pilastro di progresso e civiltà che da troppo ormai l'acqua cattiva della barbarie corrode alla base, nell'indifferenza di un tempo in cui i diritti si trasformano in chimere. Tra i volti e le voci dei lavoratori che sono la carne e il sangue del cinema di Daniele Segre, tra Dinamite e Sic Fiat Italia, passando per Asuba de su serbatoiu e Morire di lavoro, scorre un ventennio di controrivoluzione dei diritti in Italia, un tempo senza pietà per i vinti in cui una lotta di classe alla rovescia ha scatenato un'offensiva senza precedenti contro molto di ciò che i nostri padri avevano conquistato. Una Spoon River che ritroviamo, lucida e diretta, in tante storie di soprusi e diritti negati fino al prezzo della dignità e della vita. Perché, forse, tornare indietro è ancora possibile. Il libro: Un cinema sul lavoro un cinema del lavoro di Peppino Ortoleva con una nota di Tullio Masoni, le schede dei film e la biofilmografia del regista. Daniele Segre ha costruito negli anni con rigore e coerenza un cinema che non solo documenta il lavoro come terreno del conflitto sociale ma ci aiuta a comprenderne la complessa realtà personale e collettiva. I suoi film sono fatti di uomini e di donne, e anche di cose e paesaggi, che ci si svelano nella loro drammaticità e anche nella loro inattesa, e intensa, bellezza.

Un cinema sul lavoro, un cinema del lavoro
0 0 0
Materiale linguistico moderno

Un cinema sul lavoro, un cinema del lavoro / di Peppino Ortoleva

Abstract: Fondata sul lavoro, dice dell'Italia il primo articolo della Costituzione Repubblicana, un pilastro di progresso e civiltà che da troppo ormai l'acqua cattiva della barbarie corrode alla base, nell'indifferenza di un tempo in cui i diritti si trasformano in chimere. Tra i volti e le voci dei lavoratori che sono la carne e il sangue del cinema di Daniele Segre, tra Dinamite e Sic Fiat Italia, passando per Asuba de su serbatoiu e Morire di lavoro, scorre un ventennio di controrivoluzione dei diritti in Italia, un tempo senza pietà per i vinti in cui una lotta di classe alla rovescia ha scatenato un'offensiva senza precedenti contro molto di ciò che i nostri padri avevano conquistato. Una Spoon River che ritroviamo, lucida e diretta, in tante storie di soprusi e diritti negati fino al prezzo della dignità e della vita. Perché, forse, tornare indietro è ancora possibile. Il libro: Un cinema sul lavoro un cinema del lavoro di Peppino Ortoleva con una nota di Tullio Masoni, le schede dei film e la biofilmografia del regista. Daniele Segre ha costruito negli anni con rigore e coerenza un cinema che non solo documenta il lavoro come terreno del conflitto sociale ma ci aiuta a comprenderne la complessa realtà personale e collettiva. I suoi film sono fatti di uomini e di donne, e anche di cose e paesaggi, che ci si svelano nella loro drammaticità e anche nella loro inattesa, e intensa, bellezza.

O i figli o il lavoro
0 0 0
Materiale linguistico moderno

Valentini, Chiara <1941->

O i figli o il lavoro / Chiara Valentini ; prefazione di Susanna Camusso

Milano : Feltrinelli, 2012

Abstract: Qualcuno l'ha paragonata a un campo di battaglia. È la maternità delle donne che lavorano e vorrebbero continuare a farlo senza subire stress e umiliazioni anche quando scelgono di mettere al mondo un bambino. Invece, in Italia come in nessun altro paese europeo, lavoro e maternità rischiano di diventare parole inconciliabili. Molte che avevano un rapporto di lavoro fisso, tornando in ufficio o in fabbrica, vengono messe nell'angolo e a volte mobbizzate, per spingerle a dimettersi. Almeno una giovane mamma su cinque lascia il posto e in molti casi non lo ritroverà. È ancora peggio fra le precarie, le ragazze dei contratti a termine o a progetto, che per non essere mandate via nascondono il pancione come una colpa e spesso rinunciano alla maternità perché non possono contare su uno stipendio stabile né su un posto all'asilo nido, spesso irraggiungibile. Chiara Valentini racconta per la prima volta nel suo complesso questa realtà dura e preoccupante, dando la parola da una parte all'altra d'Italia a manager e donne delle pulizie, a pubblicitarie e a operatrici dei call center. Ma anche fra le mamme lavoratrici qualcosa si muove. Dai siti, dai blog e da nuove associazioni e movimenti chiedono rispetto e diritti, compreso quello della maternità universale. E cominciano a portare in tribunale aziende e amministrazioni pubbliche che le discriminano perché madri. Prefazione di Susanna Camusso.