Trovati 70 documenti.
Trovati 70 documenti.
Slow Food, 2022
Abstract: Tra il 700 e il 1100 gli arabi si sono espansi e hanno conquistato enormi porzioni di Mediterraneo, Africa, Medioriente, India e oltre. Al di là delle loro imprese belliche e della costruzione di un regno immenso, si sono resi protagonisti di un cambiamento epocale nelle abitudini agricole e alimentari. Hanno iniziato a portare con sé piante fondamentali per la nutrizione, la medicina, la produzione di legname o la cosmesi; una botanica ancora oggi per noi molto comune. La diffusione e l'acclimatamento (con invenzioni geniali in campo agricolo) di queste specie vegetali spesso provenienti da Oriente ha generato una vera e propria rivoluzione, paragonabile forse soltanto alle conseguenze della scoperta dell'America e dei suoi tesori. Gli arabi sono responsabili della diffusione degli agrumi in tutta l'area Mediterranea, oggi così caratteristici, del riso asiatico in Europa, del sorgo, delle banane e mango nei climi tropicali africani, delle melanzane in Sicilia, del carrubo, dei cocomeri, degli spinaci, degli asparagi e delle palme da cocco. Hanno portato la canna da zucchero e quindi lo zucchero stesso, il grano duro con cui oggi facciamo la pasta, il cotone con cui ci vestiamo. Per non parlare di tante altre essenze per legname o medicine. Le hanno inserite in ambienti nuovi con invenzioni ingegnose riguardo all'approvvigionamento idrico, hanno creato un sistema che si adattasse alle varie stagioni per poter avere cibo fresco tutto l'anno. La portata di queste azioni, solo perché lontana più di mille anni, non può essere dimenticata. Sono rari i saggi e libri che ne parlano, e nessuno l'ha fatto in maniera così completa e illuminante come Andrew M. Watson con il suo saggio The Arab Agricultural Revolution and Its Diffusion, 700-1100, pubblicato nel 1974. Lo storico Piero Bevilacqua, folgorato da questa lettura, ci ha aiutato a portarlo in Italia e a introdurlo con grande autorevolezza e abilità divulgativa.
Chi possiede i frutti della terra / Fabio Ciconte
Laterza, 2022
Abstract: Mangiamo poche specie vegetali e pochissime varietà, tutte uguali le une alle altre. Esteticamente perfette. È un fatto naturale? Assolutamente no. È un fatto neutro e senza conseguenze? Assolutamente no. Nel corso dell'ultimo secolo si è perso il 75% delle piante e dei frutti commestibili a favore di varietà esteticamente perfette. Le mele che acquistiamo al supermercato sono, infatti, il risultato di una selezione genetica che le ha rese identiche le une alle altre. Il kiwi giallo o l'uva senza semi che hanno invaso i mercati, sono gestiti da potenti club che oggi decidono chi e come può coltivare frutta sotto brevetto. Pochi e potenti gruppi industriali hanno estromesso dal mercato altre varietà, riducendo drammaticamente l'agrobiodiversità e imponendo un modello produttivo che ha radicalmente trasformato l'agricoltura, rendendo i coltivatori dei semplici licenziatari. Una inchiesta sul campo che, per la prima volta, mette in luce le nuove forme di controllo del cibo e i rischi per la biodiversità.
Accademia nazionale Virgiliana, 2021
Manifesto per un 21. secolo contadino / Silvia Pérez-Vitoria
Milano : Jaca Book, 2016
Abstract: "Le ripetute crisi che scuotono il mondo dall'inizio del XXI secolo dovrebbero indurci a ripensare i fondamenti della nostra società. È ormai evidente che, di fronte alle catastrofi presenti o future, domina il senso d'impotenza. Devastazioni spesso irreversibili colpiscono gli ambienti naturali: suolo, biodiversità, energia fossile, acqua, aria. Le contaminazioni si fanno sempre più gravi e sempre più pericolose. Intere aree sono divenute definitivamente radioattive, i mari sono contaminati dai rifiuti prodotti dalle attività umane; l'aria, l'acqua potabile, il suolo sono inquinati. Le perturbazioni climatiche sono sempre più frequenti [...]. Con la drastica riduzione delle 'risorse', in tutto il mondo si moltiplicano le guerre. Intere società si disgregano. Esperti scientifici di ogni sorta, uomini politici, filosofi e altri specialisti in scienze umane si affannano a proporre soluzioni che il più delle volte non fanno altro che accompagnare la caduta. Il sistema resiste, talmente i suoi ingranaggi sono strutturati, interconnessi, saldamente ancorati ai corpi e alle menti degli uomini e delle donne del pianeta. È contro tale senso d'impotenza che questo Manifesto si propone di intervenire" (dall'Introduzione).
Cibo e liberta' : Slow Food: storie di gastronomia per la liberazione / Carlo Petrini
Firenze ; Milano : Giunti ; Bra : Slow Food, 2013
Abstract: Carlo Petrini, prendendo spunto da eventi accaduti nella sua vita di gastronomo, e di presidente e fondatore di Slow Food, raccontando viaggi e avventure anche rocambolesche, narra la storia di questa liberazione, partita da un contesto locale per farsi via via globale. Una liberazione che passa attraverso l'energia che sa sprigionare la forza creativa della diversità, che va rispettata e valorizzata in tutte le sue sfaccettature (diversità umana, biologica, culturale, scientifica). Un'energia che va incanalata nelle maglie di una rete libera, virtuale ma anche reale, che consenta di stringere nuove alleanze per riuscire a cambiare per sempre la faccia a un sistema mondiale del cibo che, allo stato attuale, non ci garantisce un futuro felice. Per questo la gastronomia da liberata diventa elemento di liberazione: per tutti quei popoli, del Nord e del Sud del mondo, che rivendicano la propria sovranità alimentare a partire dalla propria cultura e da ciò che hanno da offrire i luoghi che abitano. Cibo e libertà contiene storie e il dipanarsi di idee che stanno facendo la storia, che raccontano un passato appassionante e la prospettiva di un futuro di profondo benessere, ancora tutto da scrivere, soprattutto per i Paesi ritenuti più in difficoltà, come quelli del continente africano.
Un pianeta a tavola : decrescita e transizione agroalimentare / a cura di Filippo Schillaci
Roma : Edizioni per la Decrescita Felice, 2013
Abstract: Questo libro parla delle azioni che vengono compiute, sul mondo quando la merce che noi acquistiamo è il nostro cibo e cerca di individuare delle vie affinché esse siano il più possibile leggere e affinché i loro effetti collaterali siano tali da rendere migliore, cioè più verde e vivo, il pianeta. Dati numerici ed esperienze concrete ci mostreranno che imprimere alle nostre scelte in campo alimentare una direzione che riesca a rendere il mondo migliore è, almeno secondo ragione, effettivamente molto più facile di quanto non si immagini e soprattutto di quanto loro non vogliano farci credere. Convincersene significa essere già oltre la metà del cammino. Vediamo ora di percorrerlo tutto. Senti spesso parlare dell'enorme potere delle multinazionali. Ma in cosa consiste questo potere? Dove sono i carri armati di Monsanto? Dove sono i bombardieri di McDonald's? Non esistono. Il loro potere, dirai tu, sta nei soldi, un'enorme quantità di soldi. Giusto. Ma da dove vengono questi soldi? Ovvio: dalle tue tasche. Ecco dunque in che mani è l'enorme potere delle multinazionali: nelle tue.
Milano : Franco Angeli, 2012
Abstract: Il volume raccoglie una parte dei molti saggi che Enrico Roveda ha dedicato alla storia agraria della prima età moderna (secoli XV-XVII). Sono saggi scritti nell'arco di circa vent'anni, tra 1979 e 1999, materialmente dispersi nelle sedi più disparate, talvolta di non facile reperibilità, i quali tuttavia, per compattezza di temi e coerenza di metodo, compongono già idealmente un volume, un volume di grande significato per la conoscenza della bassa pianura lombarda fra tardo medioevo e prima età moderna. La Bassa lombarda - con le sue cascine, i bergamini, i fittavoli; con i suoi avanzati metodi di coltivazione e di rotazione agraria; con la stretta integrazione fra agricoltura e allevamento - è la vera protagonista di quasi tutta la raccolta (è inserito, come termine di confronto, un ampio saggio relativo a un'altra regione, sulle proprietà fondiarie dell'arcivescovado di Pisa, del 1984). Né si tratta solo di storia agraria, per la costante attenzione alle relazioni tra aspetti tecnico-economici in senso stretto e quella storia politico-sociale che ha poi preso il sopravvento nelle successive ricerche dell'autore, il quale tuttavia ha continuato a fare di questo suo primo interesse uno dei punti focali di un'intensa attività di insegnante e di organizzatore di ricerche, attraverso seminari, corsi e tesi di laurea.
Mantova : Sometti, 2011
Abstract: Egisto Pavirani è uno dei dirigenti che il partito socialista di inizio Novecento pone al servizio del movimento reale, per interpretarne i bisogni e per dare ordine alle conseguenti azioni politiche di massa. Egli opera nel Mantovano durante il cruciale biennio 1919-20, collocandosi nel campo riformista, ma scuotendolo con proposte che mirano a dare uno sbocco operativo “all'enorme pressione esercitata dalle masse popolari sulle organizzazioni socialiste”, che ritiene praticabile mediante il passaggio immediato di tutte le terre a conduzioni cooperative; addirittura “anticipando il programma massimo dei massimalisti”, come ha osservato Mario Vaini. Carlo Longhini ha il merito di ripercorrere sui documenti il cammino politico compiuto dal Pavirani, a partire dalla natìa Romagna, verificandone in special modo comportamenti, significati, contraddizioni durante la missione mantovana. Questo nuovo studio dà modo a Longhini di arricchire la ricerca da tempo avviata sul movimento popolare e socialista in questa provincia, spesso seguendo il filo conduttore offerto dalle vicende di singoli militanti: Cesare Roda, Giuseppe Bertani, ora Egisto Pavirani. Dove certamente mette a frutto una personale esperienza del lavoro sindacale e la conoscenza di uomini e consuetudini che di quell'ambiente sono (ed erano) propri.
Dalla sostenibilita' alla qualita' del sistema agroalimentare mantovano
Mantova : Provincia di Mantova, 2010
[Roma] : Manifestolibri, 2010
Abstract: Un'inchiesta da Castel Volturno a Foggia, da Rosarno a Cassibile, sulle terribili condizioni di vita e di lavoro dei migranti. Un viaggio nel Sud invisibile, nelle campagne degli stagionali, dei rumeni, dei maghrebini, degli africani, degli imprenditori senza scrupoli, della 'ndrangheta e della camorra. Cosa sappiamo della produzione dei pomodori, dei vini doc, delle arance? Questi tradizionali prodotti italiani sono spesso il frutto di lavoro nero, malpagato e ricattato. Il libro smonta uno dopo l'altro i pregiudizi e i luoghi comuni veicolati dalla retorica della clandestinità, smaschera quella filiera lunga dei prodotti agricoli meridionali fatta di passaggi inutili, mediazioni estorsive e caporalato, un'economia dell'assurdo i cui costi sono pagati dagli anelli più deboli della catena, i lavoratori stranieri e i consumatori finali. Un'inchiesta che vuole ristabilire la verità sulla situazione di lavoratori stretti tra uno Stato sempre più pressante e razzista e una criminalità organizzata violenta e feroce.
Nutrire il mondo è facile / Colin Tudge ; prefazione di Cinzia Scaffidi ; traduzione di John Irving
Bra (Cn) : Slow Food, 2010)
Abstract: Un valido testo di divulgazione scientifica in cui si denunciano le mende dell'attuale filiera alimentare mondiale e si propone un nuovo Rinascimento attraverso quella che l'autore definisce agricoltura illuminata grazie a cui sarà possibile nutrire il mondo non solo a sufficienza, ma anche bene. Colin Tudge, giornalista e scrittore free-lance specializzato in alimentazione e agricoltura, collabora con molte testate e radio inglesi.
Adottare la terra (per non morire di fame) / Luca Zaia
Milano : Mondadori, 2010
Abstract: L'agricoltura sta morendo. Stretta tra catastrofi naturali e l'invasione di organismi geneticamente modificati, la terra è in una situazione che definire drammatica sarebbe un eufemismo. Di mezzo ci vanno milioni di contadini, che in tutto il mondo compiono da sempre gli stessi gesti e conducono ogni giorno la stessa vita. Occorre un'idea, ma serve anche la volontà di realizzarla fino in fondo. In un Ministero istituzionalizzato e lontano dalla luce dei riflettori come quello dell'agricoltura è arrivata una delle nuove leve della politica. Luca Zaia ha dato vita a un'esperienza culturale trasversale, non ideologica e dal forte indirizzo pragmatico. Questo libro nasce da un'intuizione: per salvare l'uomo dai suoi errori occorre adottare la terra. Proprio come se fosse un'orfana. Proprio come se fosse una bambina bisognosa di tutto. In realtà ha bisogno di poco: un po' di buon senso, una classe dirigente che si innamori dello spazio e dei luoghi che abita, un po' di rispetto. Sembra poco, invece sarebbe una rivoluzione. Necessaria se, come spiega l'autore, non si vuole morire di fame. Occorre partire, quindi, da un cambiamento di mentalità: bisogna abbandonare l'idea che il mondo rurale rappresenti una sorta di residuo del passato. Oggi più che mai esso incarna, invece, una realtà viva, ricca di risorse e di valori; è il settore fondamentale, primario nel senso pieno del termine, per il nostro futuro.
Acqua e agricoltura nel pianalto e nelle colline di Lombardia / fotografie di Carlo Meazza
Mantova : Sometti, [2009]
Le guerre del cibo : come l'Occidente ha creato una crisi alimentare globale / Walden Bello
Modena : Nuovi mondi, 2009
Abstract: Walden Bello pone al centro di questo libro la recente crisi alimentare che ha gettato centinaia di milioni di persone nel baratro della povertà, accendendo la miccia di forti proteste in Medio Oriente, Africa e America. Una crisi che ha radici profonde e legate non solo l'aumento dei costi dell'energia, ma anche le politiche del Fondo Monetario Internazionale e dell'Organizzazione Mondiale del Commercio in materia di agricoltura mondiale. Approfondendo l'evoluzione di tale crisi, Bello offre una via avanzata: il principio della sovranità del cibo, che permetterebbe alle nazioni in via di sviluppo di proteggere e sostenere la biodiversità. Conducendo il lettore attraverso un visione generale del ruolo del capitalismo dell'industria agroalimentare, Bello propone una radicale ristrutturazione: la graduale cessazione della produzione delle multinazionali e un ritorno verso un sistema basato sui piccoli agricoltori e coltivatori. Per illustrare le sue teorie, Bello usa gli esempi del Messico, delle Filippine, dell'Africa e della Cina, sostenendo che l'approccio basato sulla produzione in larga scala anche a livello economico non è efficiente come molti pensano, ma viene superato nella produzione dalle piccole unità agricole.
Breve storia economica dell'agricoltura / Giovanni Federico
Bologna : Il mulino, [2009]
Abstract: Negli ultimi due secoli l'agricoltura ha ottenuto risultati da molti punti di vista migliori del settore industriale. Questo testo espone e spiega con chiarezza cause e fattori di questo successo conseguito dal settore agricolo. Dopo aver illustrato la dipendenza dall'ambiente e discusso l'effetto della dotazione dei fattori sulle caratteristiche del settore agricolo, il volume presenta le informazioni disponibili sull'andamento della produzione agricola e di altre variabili significative, come i prezzi e la composizione della produzione. Poi analizza le due fonti di incremento di lungo periodo della produzione, ossia l'aumento dei fattori impiegati (terra, capitale e lavoro) e della loro produttività. Infine discute il ruolo delle istituzioni (l'affermazione di diritti di proprietà moderni, i cambiamenti nella proprietà della terra, lo sviluppo del mercato) e descrive le politiche agricole, concentrandosi sull'evoluzione nel secondo dopoguerra, il periodo di più massiccio intervento statale nel settore.
Bologna : Cineteca di Bologna ; [Bra] : Slow food, c2009
[Mantova : s.n.], 2008 (Mantova : Tipo-Lito Operaia)
Bra : Slow Food, c2008
Abstract: Ogni linguaggio ha la sua grammatica e il libro considera l'agricoltura industriale e quella tradizionale come due modi diversi di esprimersi e occuparsi di produzione, natura, mercato, ricerca. L'agricoltura industriale utilizza prevalentemente i modi singolari, risultato di una impostazione riduzionista che tenta di forzare il mondo in poche regole e pochi standard. L'agricoltura tradizionale invece, predilige i modi plurali e la multifunzionalità, la diversificazione. Il principale spartiacque tra i due linguaggi è il modo in cui si rapportano alle sementi, elemento indispensabile per entrambi, ma oggi regolato secondo la visione industriale, che mal si adatta alle esigenze dell'agricoltura tradizionale. Si rendono necessarie nuove soluzioni giuridiche, che mettano in discussione innanzitutto lo strumento del brevetto sul vivente e della proprietà intellettuale su scoperte e invenzioni. Prendendo a modello la rivoluzione avvenuta in ambito informatico con l'avvento del software open source e in ambito creativo con le nuove tecnologie che hanno consentito la condivisione delle creazioni in modalità wiki, gli autori suggeriscono di ripensare l'impianto giuridico relativo alle sementi sulla base di queste acquisizioni culturali.
[Sermide : Sermidiana, stampa 2007]
La cooperazione agraria nel Milanese ed in alcune zone limitrofe
Ristampa anastatica
Società agraria di Lombardia, 2005