Un anno sull'Altipiano
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Materiale linguistico moderno

Lussu, Emilio <1890-1975>

Un anno sull'Altipiano

Titolo e contributi: Un anno sull'Altipiano / Emilio Lussu ; introduzione di Mario Rigoni Stern

10. ed

Pubblicazione: Torino : Einaudi, 2006

Descrizione fisica: 212 p. ; 20 cm.

ISBN: 88-06-17314-6

Data:2006

Lingua: Italiano (lingua del testo, colonna sonora, ecc.)

Paese: Italia

Nomi: (Editore) (Autore)

Soggetti:

Classi: 853.912 Narrativa italiana. 1900-1945 [22] Classici contemporanei <genere fiction> Classici contemporanei <genere fiction> Guerra <genere fiction> Guerra <genere fiction>

Luoghi: Torino

Dati generali (100)
  • Tipo di data: monografia edita in un solo anno
  • Data di pubblicazione: 2006

Sono presenti 2 copie, di cui 0 in prestito.

Biblioteca Collocazione Inventario Stato Prestabilità Rientra
Mariana Mantovana XX N N ITA LUS ANN MM-411 Su scaffale Prestabile
Poggio Rusco XX 853.912 LUS PR-39775 Su scaffale Non disponibile
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Ultime recensioni inserite

Libro scelto dal circolo di lettura, quindi il mio primo pensiero è stato: ecco il mattone annuale che tocca digerirsi.....Invece la nostra nuova bibliotecaria Laura ci ha fatto conoscere un bel testo che racconta la vita in trincea durante la Grande Guerra combattuta sul fronte veneto, e precisamente sull'Altipiano di Asiago. Emilio Lussu racconta la sua diretta esperienza, perchè egli era ufficiale di complemento, quindi i suoi ricordi sono reali e fermano sulla carta un tipo di guerra completamente diversa da quella di movimento che si combatte oggi. Fa riflettere come i soldati venivano mandati al sacrificio con tale disprezzo della loro vita, tanto che l'autore amaramente conclude che il vero nemico da cui guardarsi non era l'esercito austriaco, ma gli alti ufficiali da cui si era comandati. La quotidianità sul fronte è narrata con grande realismo ed emoziona in alcuni passaggi, come quando i soldati accolgono l'ineluttabile morte quasi con rassegnazione, accettando ordini che sanciranno inevitabilmente la loro caduta. Nel libro forse si respira ancora un certo tipo di narrazione di inizio secolo che glorifica più i caduti, tendendo un po' a mettere in secondo piano il lato umano, la paura, che è sì presente, ma sempre velata, nascosta dietro l'eroica azione, e mai completamente viscerata e messa a nudo. Belli i passaggi sentimentali, in cui l'autore si abbandona a considerazioni amare e romantiche che evidenziano l'assurdità di uccidersi fra uomini totalmente uguali, oppure la gioia di sentir annullare un combattimento, scoprendo che si potrà vivere ancora per un po', accogliendo il tempo in più come un regalo del destino.

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